Tre variazioni nella serie Netflix su Madam C. J. Walker

Cent’anni dopo, la straordinaria biografia di Madam C. J. Walker viene rivelata. Il rifacimento della sua storia è su Netflix. Dove viene posta l’enfasi? Cosa viene omesso?

di Isabelle N’diaye/traduzione Marta Visentin

Che storie afro-americane mai raccontate trovino spazio su Netflix è una benedizione culturale. Tuttavia dobbiamo interrogarci su queste ricostruzioni culturali. 

Parliamo della filosofia individualistica di essersi fatti da sé in America, di contro alla capacità di costruire una comunità. O di un’interpretazione errata di femminismo nero, sulla base di essere allo stesso tempo una donna e afroamericana, con un pizzico di LGBTQ+ e “colorismo”, senza una verifica dei dati storici.

Questi ingredienti fanno tutti parte di una strategia artistica e politica per farci sentire più a nostro agio con il tema presentato, anche se la storia originale non corrisponde alla rappresentazione.

Questa miniserie ci invita ad andare oltre il suo contenuto e a sottolineare alcune differenze culturali, storiche e politiche.

Come afro-caraibica, senza essere nata e cresciuta negli Stati Uniti, una domanda rimane per me essenziale: davvero dovremmo apprezzare il potere di Netflix di riscrivere storie che non erano mai state raccontate se questo implica apportare delle modifiche?

“Come afro-caraibica, senza essere nata e cresciuta negli Stati Uniti, una domanda rimane per me essenziale: davvero dovremmo apprezzare il potere di Netflix di riscrivere storie che non erano mai state raccontate se questo implica apportare delle modifiche?”

Portraits Madam C.J. Walker. Michael ORCHS Archives

Come afro-caraibica, senza essere nata e cresciuta negli Stati Uniti, una domanda rimane per me essenziale: davvero dovremmo apprezzare il potere di Netflix di riscrivere storie che non erano mai state raccontate se questo implica apportare delle modifiche?

Madam C.J. Walker, alla nascita Sarah Breedlove, veniva da discendenti afro-americani che si erano stanziati nel profondo sud degli Stati Uniti. Crebbe fra campi di cotone alcuni anni dopo la fine della Guerra Civile e la pubblicazione del 13o Emendamento, che nella Costituzione degli Stati Uniti abolisce la schiavitù e ogni forma di servitù.

Così, a partire da questa eredità, fece strada, costruendo un impero culturale, spaziale e finanziario. Sarah Breedlove, moglie di C.J. Walker, creò e immise sul mercato prodotti per capelli per donne afro-americane con il marchio della sua società, la “Madam C. J. Walker Manufacturing Company”.

I guadagni dell’attività erano incredibili e venivano redistribuiti a sostegno di leggi contro il linciaggio, filantropia per comunità svantaggiate e creazione di posti di lavoro per le donne afro-americane.

Le star Lebron James e Maverick Carter sono stati ispirati dalla visione di Madam C. J. Walker riguardo alla redistribuzione nei confronti della comunità. Sono loro i produttori esecutivi della serie, dove il ruolo dell’imprenditrice è interpretato dall’attrice, vincitrice di un Oscar, Octavia Spencer. La colonna sonora è essa stessa un capolavoro, con la presenza di Little Simz, Andreya Triana e Raiche.

L’impegno finalizzato ad adattare e tradurre questa storia in una miniserie Netflix, diretta da DeMane Davis in stretta relazione con A’Lealia Bundles, pronipote di Madam C. J. Walker e autrice della biografia “On Her Own Ground”, il libro che costituisce la prima produzione culturale a fare luce sulla sua storia.

Parliamo di attività di afro-americani di successo, battaglie sistemiche e redistribuzione della ricchezza nelle comunità, e di come oggi vengono reinterpretate per adattarsi alla formula delle serie Netflix, per un pubblico globale.

Pubblicità della signora C.J. Walker. Il massimo del marketing di marca: “imparare per primi ad essere orgogliosi del nostro patrimonio di ricchezza e bellezza”. Fonte: Black history album, the way we were.

Variazione n.1: Qual è il programma? La violenza all’interno della comunità si vede, l’autoguarigione no.

La maggior parte dell’enfasi è posta su argomenti ben noti come “colorismo” e genere. Questa scelta della direzione artistica si riassume in una frase: “non c’è più tempo per quello” sostiene chiaramente Madam C. J. Walker.

Mettere al centro la tematica del colorismo ha i suoi punti deboli. Per prima cosa non è stato accertato storicamente che i principali concorrenti di Madam C. J. Walker fossero bianchi o meticci.

In secondo luogo, considerando tutte le intersezioni che questa imprenditrice dovette affrontare durante la sua vita, davvero dovremmo ritenere il colorismo lo sbarramento più grande in cui si è imbattuta? E per estensione, dovremmo mantenere questa stessa tematica al centro delle battaglie comunitarie da cui dobbiamo liberarci?

Il colorismo è di sicuro un problema. Ma non darò la priorità a questo aspetto, rimanendo concentrata su questioni intersezionali e sistemiche.

Questa piega limitata inoltre nasconde altre forme di cicatrici invisibili, come la salute mentale. Anche se la storia non dice molto riguardo a questo, Madam C.J. Walker, che andò oltre così tanti limiti in materia di genere, razza e classe dovette sviluppare strumenti di autopreservazione. Si affronta la salute mentale solo in maniera indiretta alla fine del programma, come causa scatenante di malattia fisica, come segno di bisogno di “rallentare”.

Ma Madam C. J. Walker fece così tanto, viaggio così tanto. Da quei campi di cotone nel dannato sud arrivò al quartiere di Rockefeller nell’arco di una vita, da donna nera. Per cui c’è una mancanza cruciale, che avrebbe donato profondità al personaggio e che avrebbe offerto a noi dei campanelli d’allarme in termini di salute mentale e auto-preservazione.

Se oggi le donne nere hanno abbastanza visibilità da poter affrontare discussioni nelle comunità nere e su questioni come il colorismo e il genere su Netflix, perché è ancora così difficile parlare di auto-guarigione come percorso individuale e collettivo?

Villa Lewaro della signora C.J. Walker. Progettata da Vertner Tandy, il primo architetto nero autorizzato nello Stato di New York. Questo spazio servirà ora come sede di un innovativo istituto per le donne imprenditrici di colore. Fonte: National Trust for historic preservation Credit: A’Lelia Bundles/Madam Walker Family Archives.

Se oggi le donne nere hanno abbastanza visibilità da poter affrontare discussioni nelle comunità nere e su questioni come il colorismo e il genere su Netflix, perché è ancora così difficile parlare di auto-guarigione come percorso individuale e collettivo?

Variazione n.2: Madam C. J. Walker come figura di femminismo nero

La miniserie parla di femminismo attraverso molteplici aspetti: violenza domestica, lavoro femminile, condizioni di vita delle donne, emancipazione delle donne, comunità di donne, solidarietà finanziaria delle donne, donne e i loro mariti, donne e la loro capacità di guadagnarsi il pane, donne e la loro capacità di prendersi cura e dare attenzioni al marito e così via.

Non posso fare a meno di chiedermi se Madam C. J. Walker fosse femminista in questo senso o se sia piuttosto una reinterpretazione della regia in base al contesto contemporaneo? Non conosco i suoi fini come individuo. Era eclettica. E ciascun interesse che la componeva non era allineato in maniera definitiva. L’imprenditrice dovette affrontare un compromesso. Ma il programma mette in luce una posizione palesemente per nulla rammaricata. E non traspare nessun compromesso.

Interpretando questo contesto culturale in base ai miei propri riferimenti, vedo la volontà di raffigurare una donna nera di successo. Reagite pure se volete: essere una donna nera non crea di per sé un approccio femminista nero. Per come la interpreto io, si tratta di qualcosa di più legato al potere trasformativo che una persona può avere nella società.

Quello che traspare dal programma è una comunità composta soltanto dai membri del personale o dai potenziali clienti. Si è talmente concentrati su una persona che ci si dimentica dell’intera comunità. Questa percezione presenta dei limiti rispetto alla trasformazione della società e delle comunità nel loro insieme.

“Interpretando questo contesto culturale in base ai miei propri riferimenti, vedo la volontà di raffigurare una donna nera di successo. Reagite pure se volete: essere una donna nera non crea di per sé un approccio femminista nero. Per come la interpreto io, si tratta di qualcosa di più legato al potere trasformativo che una persona può avere nella società. ”

Walker e la sua azienda impiegavano quasi 20.000 mila donne in posizioni chiave di gestione e come agenti di vendita per la diffusione dei prodotti per la cura dei capelli in America e nei Caraibi. Fonte MESSY NESSY

Variazione n.3: Creare una serie per Netflix: trovare una via di mezzo tra l’enfasi sulla carriera e la presentazione di una storia decontestualizzata.

La serie ha le sue basi nel mettere a fuoco il personaggio di una donna che s’è fatta da sé. Questo implica una voce fresca per l’imprenditrice donna nera rappresentata, una voce che sia stimolante. Significa anche concentrarsi su Madam C. J. Walker e sulle poche persone che la circondano oltre alla sua cerchia ristretta. Ancora una volta non sappiamo se questo sia dovuto a una necessità di sviluppare contenuto rispettando la cornice o a una rappresentazione fedele della vita di Madam C. J. Walker.

In the show, the entrepreneur met three extra people that got in common to be both men and cultural milestones of contemporary America: Booker T. Washington, W.E.B Du Bois, Rockefeller. And, the series finds space to enlighten the frontier between Washington and Dubois.

Certamente Washington e Du Bois non contavano sugli stessi strumenti per liberare le anime del popolo nero. La posizione di Washington nei confronti di comunità potenti bianche sostiene qualcosa che può essere percepito come compiacimento. Allo stesso tempo, Du Bois è tuttora considerato figura di primo piano nella rivendicazione di una liberazione con meno classismo e sessismo rispetto alla sua controparte. Pur senza alimentare il contrasto, possiamo identificare questo sviluppo come parziale, visto che conferisce un vantaggio alla figura e agli interessi di Du Bois.

Da ultimo, ma non meno importante, questo scontro nasconde una terza controparte della storia: Marcus Garvey. Madam C. J. Walker giocò un ruolo chiave all’interno di un movimento internazionalista nero impegnato nel mettere fine al razzismo, al colonialismo e all’imperialismo. Più volte e in maniera diretta sostenne i movimenti di Marcus Garvey. La produzione di Netflix mette a tacere sia il programma di Garvey sia il sostegno di Madam C. J. Walker riguardo alla questione.

La regia del programma rafforza battaglie interpersonali piuttosto che andarci oltre, restituendo la voce di tutti i membri della comunità e dei leader del tempo. Produrre contenuto parziale un secolo dopo attribuisce potere a figuri individuali piuttosto che alla capacità organizzativa comunitaria.

Con a disposizione un catalogo Netflix che ci permette di scrivere qualcosa di nuovo, perché non presentiamo forme di resistenza che vanno al di là di battaglie interpersonali e figure individuali?

Io, Isabelle N’diaye, affermo con il presente atto che la mia identità è quella di una donna il cui sangue è sia Caraibico sia Africano. Sono stata cresciuta in diverse città tra la Francia e il Senegal. Nel 2020 il mio corpo si trova a Bruxelles. Il mio punto di vista è un miscuglio denso, che attraversa urbanistica, femminismo nero e processi di organizzazione comunitaria.

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