Le narrazioni femminili sono presenti in diversi film. Abbiamo selezionato cinque film che riflettono la varietà di esperienze che le donne vivono in contesti migratori.

di Juliana da Penha/ traduzione Daniela Ghio

1 Overseas (Francia/Belgio 2019)

Direttore: Sung-A Yoon/Genere: Documentario/ Argomento: Lavoro domestico migrante

In Overseas siamo immersi in uno dei tanti centri di formazione dedicati alla preparazione delle donne filippine a svolgere lavori domestici all’estero.  Come milioni di donne in tutto il mondo, queste donne devono lasciare i propri figli per occuparsi di altri bambini, adulti, anziani e delle loro case. In questo centro, gli esercizi di gioco di ruolo le rendono pronte e capaci di affrontare l’esilio, gli abusi, la nostalgia di casa e anche le molestie sessuali. Il film porta alla luce la situazione delle lavoratrici domestiche migranti e della moderna schiavitù. Allo stesso tempo, mostra la resistenza, la sorellanza e le strategie che le donne migranti condividono per superare le loro sofferenze.

Guarda il trailer qui: https://www.youtube.com/watch?v=41UR9A7pdsQ

Sung-A Yoon (https://yoonsunga.com/) è una regista e artista nata in Corea, cresciuta in Francia e con sede a Bruxelles. Si è laureata all’École Nationale Supérieure d’Arts de Paris-Cergy nel 2005 e alla INSAS Film School di Bruxelles nel 2008. Tra il 2001 e il 2011, ha diretto dieci cortometraggi e i suoi film sono circolati in molti festival internazionali. Nel 2012, parte alla ricerca di suo padre, assente dall’infanzia, e da lì inizia il suo primo lungometraggio documentario “Full of Missing Links”. Overseas è il suo secondo lungometraggio documentario.

2 Chez Jolie Coiffure (Belgio, 2019)

Direttore: Rosine Mbakam/Genere: Documentario/Argomento: Politiche dell’immigrazione/Migranti non documentati/Lavoratori immigrati

Sabine è una parrucchiera camerunese che gestisce un piccolo salone, Jolie Coiffure, a Matonge, il quartiere africano di Bruxelles. Nonostante sia in Belgio da quasi un decennio, è ancora in attesa di risposta alla sua domanda di asilo. Questo documentario è stato girato interamente all’interno del salone, mostrando la vita quotidiana di Sabine. In qualità di direttrice del salone, Sabine dà lavoro ad altre giovani ragazze che arrivano, in attesa che la loro situazione sia regolarizzata. Accoglienti, sorridenti, allegre, Sabine e le ragazze lavorano dalle 13 alle 14 ore al giorno, in piedi e senza sosta. Questo film mette in evidenza l’incertezza delle migranti in Europa in quanto la loro vita e il loro destino è totalmente in mano a chi gestisce le politiche dell’immigrazioni.

Guarda il trailer qui: https://www.youtube.com/watch?v=DtGmOr7iyFg

Rosine Mfetgo Mbakam è nata in Camerun. Ha scelto il cinema molto presto durante il suo lavoro presso una ONG dove è stata introdotta all’immagine, al montaggio e alla regia. Ha collaborato e diretto diversi film per questa struttura prima di entrare a far parte del team di STV nel 2003. Si è trasferita a Bruxelles nel 2007 per seguire la formazione cinematografica all’INSAS. Nel 2014 ha fondato la Tândor Productions (http://tandorproductions.com/) con Geoffroy Cernaix e ha diretto Les Deux Visages d’une Femme Bamiléké, il suo primo documentario creativo uscito nel 2017.

3) In Search… (Germania/Kenya, 2018)

Direttore: Beryl Magoko/Genere:Documentario /Argomento: Mutilazione genitale femminile

Quando era una bambina in Kenya, la regista Beryl Magoko, è stata sottoposta alla circoncisione genitale femminile senza sapere cosa è realmente questa pratica. Da adulta, ha iniziato un viaggio alla ricerca di se stessa e della sua femminilità, mettendo in discussione questa tradizione e incontrando altre vittime che, decenni dopo, come lei subiscono gli effetti fisici e mentali della procedura. Durante il film, si è chiesta se l’intervento di ricostruzione potesse aiutarla a superare la rabbia, la vergogna e il senso di colpa che l’hanno accompagnata in tutti questi anni.

Guarda il trailer qui: https://www.youtube.com/watch?v=DQhEEvmUACo

Beryl Magoko è una regista keniota e vive in Germania.  Dopo la laurea all’Università di Kampala, in Uganda, si è trasferita in Germania per migliorare le sue capacità cinematografiche all’Accademia di arti multimediali di Colonia. IN SEARCH… è il suo film di diploma presentato per la prima volta a Lipsia, dove ha vinto il Premio del Pubblico, e ha vinto il premio per il miglior documentario studentesco all’IDFA. IN SEARCH, (https://insearch.magoko.net/) è il secondo film di Beryl Magoko su questo argomento. Ha anche diretto “The Cut” (https://www.youtube.com/watch?v=b0AczTVwGvs) ed entrambi i film hanno ricevuto anche diversi premi internazionali.

4) Joy (2018, Austria)

Direttore: Sudabeh Mortezai/Genere:Drammatica/Argomento: Commercio di schiavi del sesso dall’Africa all’Europa

Joy è una ragazza nigeriana intrappolata nel circolo vizioso della tratta delle donne in Austria. Sta lavorando sodo per pagare i debiti con la sua sfruttatrice, per mantenere la sua famiglia in Nigeria e anche sua figlia a Vienna. La sua sfruttatrice le ha dato un lavoro in più: sorvegliare Precious, un’adolescente appena arrivata e non d’accordo ad accettare il suo destino.  Il film Joy è un dramma con frammenti documentari sulla complessa situazione delle ragazze nigeriane schiavizzate dalla mafia che controlla il traffico di donne e che confina le ragazze nella prostituzione in Europa.

Guarda il trailer qui: https://www.youtube.com/watch?v=GfGPlPd3cQE

Sudabeh Mortezai è nata a Ludwigsburg, figlia di genitori iraniani, (e ) ha trascorso la sua infanzia a Vienna e a Teheran. Ha studiato prima teatro, cinema e media a Vienna e poi cinema all’UCLA di Los Angeles. Ha lavorato come assistente alla regia e direttore di produzione e ha diretto e prodotto diversi cortometraggi. Nel 2014, Mortezai ha presentato il suo primo lungometraggio, Macondo, un ritratto di un ragazzo rifugiato ceceno. È co-fondatrice di Freibeuter Film (http://www.freibeuterfilm.com/wp/)

5) Sound of Tears (Cameruno/Canada 2014)

Direttore: Dorothy A. Atabong/Genere: Cortometraggio/Argomento: Comunità patriarcali – Uccisione d’onore

Amina è una giovane donna di una comunità patriarcale innamorata di Giosuè. La sua famiglia non accetta questa relazione ed lei  è fuggita dalla città. La famiglia le ha organizzato un matrimonio per evitare il marchio di vergogna della loro comunità.  Giosuè li rintraccia e loro decidono di fuggire insieme. Ma non ci riescono e Amina è uccisa. Sound of Tears ha vinto il premio per il miglior cortometraggio sulla diaspora all’11° Africa Movie Academy Awards nel 2015. Il film è stato selezionato dall’Ecrans Noirs Festival nel 2016 e ha vinto il premio all’International Images Film Festival for Women (IIFF) del 2018.

Guarda il film completo qui: https://www.youtube.com/watch?v=2C_1Arn0ulY

Dorothy A. Atabong (https://dorothyatabong.com/) è un’attrice, scrittrice e regista nata e cresciuta in Camerun e formatasi negli Stati Uniti e in Canada. Ha conseguito la laurea in Biochimica nel Michigan prima di cambiare completamente la carriera e di laurearsi alla Neighborhood Playhouse School of Theatre di New York con una laurea in Arti Drammatiche. È un’attrice pluripremiata con crediti cinematografici, televisivi e commerciali. Nel film Sound of Tears è la regista e protagonista. Il suo romanzo pubblicato, La principessa di Kaya, un dramma romantico, è ora una sceneggiatura.

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